All’interno del Dipartimento di Architettura e Analisi della Città dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, è stato avviato un progetto didattico e teorico intitolato “L’architettura dialettica. Appunti preliminari per una teoria”, a cura del Prof. Massimo Casavola. Si trattava di una supplenza al corso di Progettazione Architettonica 2, svolta negli anni accademici 1991/92 e 1992/93. In qualità di studente in quegli anni, l’architetto Massimiliano Ciccalotti ha preso parte attiva al progetto, che prevedeva, nello specifico, un’esplorazione progettuale orientata alla rilettura critica del contesto urbano e alla definizione di nuovi paradigmi spaziali.
Il progetto nasce dall’esigenza di reinterpretare un vuoto urbano all’interno del quartiere Africano, presso Piazza S. Emerenziana, in un lotto trapezoidale privo di una destinazione funzionale definita. L’approccio metodologico ha privilegiato l’interpretazione soggettiva del contesto, valorizzando la lettura critica dell’area come atto fondativo del progetto stesso.
Elemento cardine dell’intervento è stata l’indeterminazione funzionale: lo spazio pubblico progettato non risponde a un uso predeterminato, ma mira a generare un’identità spaziale autonoma, capace di accogliere nel tempo destinazioni d’uso diverse. Questa scelta si allinea con la realtà urbana contemporanea, sempre più soggetta a mutamenti d’uso e necessità flessibili.
L’elaborazione progettuale ha fatto ampio uso di strumenti grafici, modelli tridimensionali e ideogrammi, con l’intento di sintetizzare e comunicare concetti spaziali complessi. Temi centrali come il vuoto urbano, la piazza e il tipo edilizio a corte sono stati declinati attraverso una geometria consapevole, con un uso ricorrente della figura del quadrato come matrice generativa dello spazio.
Within the Department of Architecture and Urban Analysis at the University of Rome “La Sapienza,” a didactic and theoretical project was launched, titled “Dialectical Architecture: Preliminary Notes for a Theory”, curated by Professor Massimo Casavola. This was part of a temporary teaching appointment for the Architectural Design 2 course during the academic years 1991/92 and 1992/93. As a student at the time, architect Massimiliano Ciccalotti actively participated in the project, which specifically involved a design exploration aimed at critically reinterpreting the urban context and defining new spatial paradigms.
The project originated from the need to reinterpret an urban void located in the Africano district, at Piazza S. Emerenziana, on a trapezoidal plot lacking a defined functional destination. The methodological approach favored a subjective interpretation of the context, emphasizing a critical reading of the area as the foundational act of the design process.
A key element of the intervention was the concept of functional indeterminacy: the designed public space does not respond to a predetermined use but instead aims to generate an autonomous spatial identity capable of accommodating various functions over time. This choice aligns with the nature of contemporary urban environments, which are increasingly subject to changing uses and flexible needs.
The design development made extensive use of graphic tools, three-dimensional models, and ideograms, aiming to synthesize and communicate complex spatial concepts. Central themes such as the urban void, the square, and the courtyard building typology were explored through a conscious use of geometry, with the recurring figure of the square serving as the generative engine of spatial organization.